Hobbes




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Breve biografia
Thomas Hobbes nacque a Westport, Inghilterra, il 5 aprile 1588 e morì a Londra il 4 dicembre 1679.
Egli conseguì i suoi studi ad Oxford, ed ebbe frequenti contatti con l'ambiente culturale europeo.
La sua opera principale è considerata il "Leviatano", che fu pubblicato nel 1651.
Hobbes si serve del nome del mostro biblico, Leviathan (Giacobbe, 40 e 41), per alludere alla potenza assoluta dello Stato, concepito come una persona ( il sovrano), nella quale si riassumono tutte le altre persone (i sudditi).
La filosofia di Hobbes ha come scopo quello di porre i fondamenti di una comunità ordinata e pacifica, che egli crede possibile soltanto sulla base del potere assoluto dello Stato.
Egli vuole costruire una filosofia puramente razionale, che escluda ogni rivelazione soprannaturale.

Ragione umana
Per Hobbes, la ragione umana è la capacità di prevedere e progettare a lunga scadenza la propria condotta e i mezzi per raggiungere i propri fini. Ciò può accadere solo attraverso il linguaggio. Esso è inteso come l'espressione verbale dei concetti delle cose che si pensano, un insieme di segni convenzionali, arbitrari con i quali cataloghiamo le nostre esperienze, per conservarle meglio nella nostra memoria. Il linguaggio rende possibile il ragionamento, che è un calcolo, cioè addizione o sottrazione di concetti.
Esempio:
uomo = corpo + animato + razionale
animale = corpo + animato - razionale

Hobbes ritiene che il sapere consista nel conoscere le cause generatrici di una determinata realtà, poiché "dove non c'è generazione non c'è neppure filosofia".
                                       

                                     ↱ dimostrazione a priori                pervengono a conclusioni necessarie e 
                                        di tipo deduttivo                  ⟹      riguardano oggetti prodotti dall'uomo
                                        (dalla cause agli effetti)                 (matematica, etica, politica)
Il sapere si articola in
                                         dimostrazione a posteriori          pervengono a conclusioni probabili e
                                     ↳  di tipo intuitivo                   ⟹      riguardano oggetti non prodotti dall'uomo
                                         (dagli effetti alle cause)                 (scienze naturali)

Materialismo

Moralismo meccanicistico
La ragione può indagare solo gli oggetti generabili, cioè i CORPI, ovvero gli oggetti estesi a materiali
Per Hobbes la parola incorporeo non ha significato. Quando l'aggettivo è riferito a Dio è solo per distinguerlo dalla natura. Neppure lo spirito umano è incorporeo. La sensazione è l'immagine dell'oggetto corporeo prodotta nei nostri organi di senso. Sia l'oggetto sia la sensazione sono movimento, ossia qualità  sensibili nell'oggetto. Il movimento è anche l'immaginazione che conserva le immagini dei sensi prodotte dalle qualità corporee degli oggetti attraverso le sensazioni.
L'anima umana è materiale. 
Il corpo è l'unica realtà, e il movimento è l'unico principio di spiegazione di tutti i fenomeni naturali.
I corpi possono essere naturali e artificiali, ci sono quindi due filosofie:

   
                                     
                                         Filosofia naturale
                                     ↱  che studia i corpi naturali
La filosofia dei corpi
                                     ↳  Filosofia civile                       
                                         che studia i corpi artificiali  ↱ etica           
                                                                                      ↳  politica  

Moralismo etico
Non c'è nulla che sia assolutamente buono o cattivo e non c'è una norma che distingua assolutamente il bene dal maleIl bene e il male, secondo Hobbes, sono valutazioni soggettive che dipendono dai nostri appetiti.  In generale, l'uomo chiama bene ciò che egli desidera e che apprezza, male ciò che gli dispiace. Tale concetto sarebbe letale per ogni forma di coesistenza umana, perciò interviene lo Stato che con le sue leggi, stabilisce ciò che è bene e male per tutti.

La libertà non consiste nel libero arbitrio ma solo nella libertà di azione, ciò vuol dire che per Hobbes l'unica forma di libertà concessa all'uomo è la capacità di realizzare senza alcun impedimento (esteriore) i propri desideri (interiori).

La politica

Lo stato naturale
Hobbes ha concepito la sua visone politica come una scienza in analogia con la geometria
I postulati della scienza politica sono:

  • la bramosia naturale → per la quale ognuno pretende di godere da solo dei beni comuni 
  • la ragione naturale → per la quale ognuno rifugge dalla morte violenta come come dal peggiore dei mali naturali
Hobbes nega che l'uomo sia, per natura, un animale socievole o politico. Infatti ciò che spinge l'uomo verso l'altro uomo è il bisogno o il timore.
Il diritto di tutti su tutto  (ius omnium in omnia ) fa sì  che lo stato di natura sia una condizione di guerra di tutti contro tutti ( bellum omnium contra omnes

- Lo stato di natura ⇒ è la condizione in cui  gli uomini, non essendo associati tra loro e disciplinati da  leggi, sono spinti dal proprio egoismo a perseguire il proprio bene a scapito di quello di tutti gli altri.

- diritto di tutti su tutto ⇒ è la situazione dove non essendoci leggi, tutti vantano i diritto illimitato      su  tutto → guerra che caratterizza stato di natura

- la guerra di tutti contro tutti ⇒ è la situazione inevitabile dello stato di natura, in cui l'uomo risulta un  lupo per l'altro uomo (homo homini lupus).

La ragione proibisce a ciascun individuo di provocare la distruzione della vita, consigliandogli invece di agire in modo che questa si conservi al meglio. Questo principio razionale è alla base di tutte le leggi naturali (lex naturalis) che mirano a sottrarre l’uomo dall'influsso degli istinti.

Nel “Leviatano” Hobbes elenca diciannove leggi di natura. Le prime tre sono: 

  1. la prima impone di sforzarsi di cercare la pace ma; 
  2. la seconda impone al singolo di limitare i propri diritti in relazione a quelli degli altri
  3. la terza legge prevede che, una volta che tutti i singoli abbiano di comune accordo rinunciato alle proprie pretese, ciascuno di essi rispetti gli accordi presi: dalla loro osservanza.
Lo stato civile
Lo Stato nasce in virtù di un contratto, mediante il quale gli individui trasferiscono il proprio ius in omnia  a un sovrano in grado di salvaguardare il rispetto dei patti e la pace della comunità. 
 → rinuncia diritti naturali ( tutti tranne che a quello della sopravvivenza).
Questo patto è  caratterizzato  dalla sua irreversibilità ed unilateralità, poiché non si tratta di un patto tra i sudditi e lo Stato, ma dall'impegno degli individui tra di loro, al quale il sovrano risulta estraneo
 Il potere del sovrano è indivisibile, cioè non può essere distribuito tra poteri diversi che si limitano a vicenda. Il giudizio sul bene e sul male appartiene allo Stato e non ai cittadini, essendo estraneo al patto il Sovrano è sciolto da qualsiasi vincolo.
La società civile è fondata su un patto di unione pactum unionis) e su un patto di sottomissione (pactum subiectionis).

Il pactum unionis⇨  in cui il gruppo di individui costituiva una società 

Il pactum subiectionis⇨ in cui il popolo di questa società delegava il poteresovrano a un individuo o ad una assemblea.

Hobbes ritiene che la monarchia sia la forma di governo che risponde meglio ai requisiti della sovranità statale. Hobbes stesso, però, ammise la possibilità che il sovrano potesse essere un dittatore eletto dal popolo, l'importante era che fosse in grado di assicurare l'ordine pubblico.








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