i sofisti
I sofisti erano intellettuali che facevano professione di sapienza e la insegnavano dietro compenso.
Per questo motivo essi erano disprezzati da Platone e da Aristotele, che li definivano "negozianti di merce spirituale", interessati più al successo che alla verità. L'enorme influenza di questi due filosofi fece sì che nel mondo greco i sofisti fossero definiti "pseudo-filosofi".
I sofisti invece di cercare il "principio" del cosmo, si concentrarono sulla politica, le leggi, la religione, la lingua, l'educazione ecc.
Questa nuova corrente di pensiero si affermò grazie alla sfiducia nella ricerca naturalistica e grazie all'influenza del mutato contesto storico di Atene del V sec., appena uscita vittoriosa dalla guerra contro i Persiani.
La democrazia rappresenta lo spazio operativo entro cui storicamente si mosse la corrente dei sofisti.
Essi infatti si impegnarono ad addestrare i giovani nella complessa "arte politica", insegnando loro ad avere la meglio nelle competizioni civili. Le loro lezioni si limitavano a discipline formali, come la retorica o la grammatica.
La sofistica è stata definita come una sorta di "Illuminismo greco". L'Illuminismo è il movimento culturale che si è sviluppato in Europa nel XVIII secolo, avendo come propria insegna l'uso libero e spregiudicato della ragione in tutti i campi.
I sofisti riconobbero per primi il valore formativo del sapere, elaborando il concetto di "cultura".
I sofisti non costituiscono una scuola compatta di pensatori, poiché presentano dottrine distinte o addirittura opposte. Infatti solitamente si fa una distinzione tra i maestri della "PRIMA GENERAZIONE" (Protagora, Gorgia, Prodico, Ippia, Antifonte ecc.) e quelli della "SECONDA GENERAZIONE" (eristi, che segnano la fase di crisi della sofistica).

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